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al testo di Gil
Se mi porti ad amarti
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Se mi porti ad amarti in un esodo che lascia bui i porti, se fuori di me mi porti lontano dai miei sogni, se contorti sono i tuoi disegni, se i risvegli miei deporti sui tuoi mille abbagli, sui tuoi lidi morti, allora amore mio ti sbagli a non cercar ragguagli nell'amaro dei miei fogli, se onesta non ti spogli dei tuoi alibi, falsi appigli che ti gravano il grembo, figli innocenti d'illeciti giacigli.
Più nulla ormai di te che somigli agli ardenti fuochi vermigli di quel tempo di carnali scompigli, di grida di sensi, ora spenti bisbigli.
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Gil
- 23/06/2018 08:59:00
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Grazie, Giovanni, graditissimo il tuo apprezzamento.
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Gil
- 22/06/2018 07:05:00
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Grazie, Laura. Cè sempre una reciproca contaminazione tra vita e pensiero, per cui un testo può o non può dire solo delluna o solo dellaltro, tantomeno va letto ritenendolo inevitabilmente autobiografico, per quanto la poesia attinga più direttamente alle profondità dellanima di chi scrive. Se lamore umano è ciò che c inquieta il cuore con il desiderio, che cosa può essere lamore di un Dio che non ha mutamenti nel cuore? Una fonte può inquinarsi o terminare il suo gettito dacqua, ma quale sapore avrà la sua sorgente?
Ti abbraccio forte
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Laura Turra
- 22/06/2018 05:51:00
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Mi è piaciuto molto leggere questa tua, Gil, così diversa nello stile, con quel susseguirsi di rime e assonanze che la rendono davvero particolare. Dentro questa cornice di parole emerge il tema del rapporto amoroso con il desiderio che l’ardore dell’inizio non si affievolisca nel tempo, ma torni sempre a rinnovarsi. Un desiderio, quello della novità dell’amore e in fondo di tutta la vita, che si affaccia ad ogni nuova alba (almeno per me). Un carissimo abbraccio
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Giovanni Rossato
- 21/06/2018 12:12:00
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Verissima, complimenti.
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